È oramai noto che la realtà virtuale dei social network nasconde diversi rischi per la sicurezza informatica e per la privacy di tutti gli utenti che quotidianamente ne fanno uso. Tra i fenomeni più diffusi si annoverano reati chiamati phishing, sextortion, cyberbullismo, che già sono sanzionati da specifiche leggi in materia, ma che per essere prevenuti necessitano di opportune campagne di comunicazione soprattutto verso i giovani nelle scuole.
La grande diffusione dei social network in Italia è dovuta a diversi fattori: la facilità d’uso, i costi molto contenuti e alla portata di tutti, la possibilità di moltiplicare i propri contatti e di conseguenza le proprie opportunità.
Il numero di persone che utilizza le reti social è in costante aumento: 35 milioni sono gli iscritti, di cui 31 milioni sono coloro che li utilizzano da smartphone con una media di navigazione giornaliera di 1 ora e 51 minuti.
I dati diffusi dallo studio Digital 2019 rivelano che gli utenti del mondo social si dividono in:
• 31 milioni su Facebook
• 19 milioni su Instagram
• 12 milioni su LinkedIn
• 2,50 milioni su Snapchat
• 2,35 milioni su Twitter
E’ evidente che con questi numeri si pone un grande problema di privacy e di sicurezza informatica: tutti i dati personali, le foto, le opinioni, i messaggi, che vengono acquisiti dai social network possono venire utilizzati per fini illeciti mentre quelli pubblicati possono essere visualizzati da malintenzionati.
E’ pertanto necessario operare con la massima cautela soprattutto nei confronti dei minori e dotarsi di appropriati strumenti di difesa perchè i rischi che conseguono alla perdita dei dati personali, possono comportare il furto di identità, la diffusione illecita di immagini, reati di pedopornografia, sextortion, sexting e grooming, piuttosto che cyberbullismo.
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